Storie di ordinaria, eroica umanità
Un
Cristo umanissimo, così umano da apparirci quasi irriconoscibile, ci
sovrasta inchiodato alla sua croce grezza. La pelle cascante, la carne
sconfitta, le braccia che, malgrado la postura, appaiono svuotate,
afflosciate ma dai risvolti e dai significati così sottili da lasciare
spiazzati. Il Cristo di Leo Ferdinando Demetz ci appare deturpato da un
peccato che – e in questo l’artista si rivela di una modernità
fulminante – si concretizza come decadimento, come un incuria di se
stesso. La bellezza ieratica lascia il posto ad un’interpretazione
inedita in cui il morire per i peccati degli uomini si traduce in un
morire, anche, per le debolezze e le miserie di quegli stessi uomini.
Eppure
Demetz è in grado di raccontarci tutto questo mantenendosi sempre
sull’equilibrio di una certa leggerezza, di una bellezza di fondo che
non viene mai meno. Virtuoso del legno, innamorato della figura,
l’artista decide di far ruotare intorno a questo Cristo la sua nuova
personale dove ci presenta, come di consueto, una galleria di ritratti
dalla grazia impeccabile e dalle storie struggenti.
Scolpite con una
perizia impressionante – capace di rendere la consistenza della pelle,
di definire perfettamente i dettagli di un’espressione – queste lievi
figure di tiglio, castagno e cirmolo ci appaiono come se emergessero a
fatica dalle pareti, oppure scaturissero per una magica alchimia dal
cuore del tronco. Sono eroi vagamente epici, guerrieri le cui imponenti
corna ne fanno impavidi condottieri; sono angeli di una bellezza
luminosa che rinascono con un cuore nuovo e uno spirito intatto
manifestato in un paio di giovani ali che spuntano dal petto. Ma sono
anche uomini e donne persi nella loro triste quotidianità, sposi
rassegnati, vecchi umiliati, carcerati chiusi nella loro muta rabbia,
uomini schiacciati dalla vita, che si concretizza in una pressa pronta a
serrarne il capo. E giovani che cercano nella natura, e nelle sue verdi
radici, il senso stesso della propria esistenza e della propria
sussistenza, la redenzione per un futuro possibile.
Alessandra Redaelli
Vernissage: 14.08.2014 - 18:00
Introduzione: Alessandra Redaelli (critica d’arte)
dr. Lukas Plancker (assessore comunale)
Intermezzo: Daniela Demetz
Orario d'apertura:
Tutti i giorni: 10:00 - 12:00 / 16:00 - 19:00
Mar., mer., ven. e dom.: 20:30 - 22:30
Sabato chiuso con eccezione del 16.08.2014
Storie di ordinaria, eroica umanità
Un
Cristo umanissimo, così umano da apparirci quasi irriconoscibile, ci
sovrasta inchiodato alla sua croce grezza. La pelle cascante, la carne
sconfitta, le braccia che, malgrado la postura, appaiono svuotate,
afflosciate ma dai risvolti e dai significati così sottili da lasciare
spiazzati. Il Cristo di Leo Ferdinando Demetz ci appare deturpato da un
peccato che – e in questo l’artista si rivela di una modernità
fulminante – si concretizza come decadimento, come un incuria di se
stesso. La bellezza ieratica lascia il posto ad un’interpretazione
inedita in cui il morire per i peccati degli uomini si traduce in un
morire, anche, per le debolezze e le miserie di quegli stessi uomini.
Eppure
Demetz è in grado di raccontarci tutto questo mantenendosi sempre
sull’equilibrio di una certa leggerezza, di una bellezza di fondo che
non viene mai meno. Virtuoso del legno, innamorato della figura,
l’artista decide di far ruotare intorno a questo Cristo la sua nuova
personale dove ci presenta, come di consueto, una galleria di ritratti
dalla grazia impeccabile e dalle storie struggenti.
Scolpite con una
perizia impressionante – capace di rendere la consistenza della pelle,
di definire perfettamente i dettagli di un’espressione – queste lievi
figure di tiglio, castagno e cirmolo ci appaiono come se emergessero a
fatica dalle pareti, oppure scaturissero per una magica alchimia dal
cuore del tronco. Sono eroi vagamente epici, guerrieri le cui imponenti
corna ne fanno impavidi condottieri; sono angeli di una bellezza
luminosa che rinascono con un cuore nuovo e uno spirito intatto
manifestato in un paio di giovani ali che spuntano dal petto. Ma sono
anche uomini e donne persi nella loro triste quotidianità, sposi
rassegnati, vecchi umiliati, carcerati chiusi nella loro muta rabbia,
uomini schiacciati dalla vita, che si concretizza in una pressa pronta a
serrarne il capo. E giovani che cercano nella natura, e nelle sue verdi
radici, il senso stesso della propria esistenza e della propria
sussistenza, la redenzione per un futuro possibile.
Alessandra Redaelli
Vernissage: 14.08.2014 - 18:00
Introduzione: Alessandra Redaelli (critica d’arte)
dr. Lukas Plancker (assessore comunale)
Intermezzo: Daniela Demetz
Orario d'apertura:
Tutti i giorni: 10:00 - 12:00 / 16:00 - 19:00
Mar., mer., ven. e dom.: 20:30 - 22:30
Sabato chiuso con eccezione del 16.08.2014