Inaugurazione: venerdì 15.03.2019 - ore 20:30
Introduzione: prof. Vinzenz Senoner
Orario della mostra 16.03. - 14.04.2019: 16:00-19:00
Lunedì chiuso
Scolpire la pietra non è solo un atto artigianale, ma più ancora filosofico. Nel lungo tempo in cui si lavora su un blocco di pietra trascorre una fase della vita in cui comincia la battaglia tra materiale e idea. Con il duro granito mi rendo conto della sua transitorietà, ma l‘attimo fa parte dell‘eternità.
Mi esprimo attraverso la scultura, ma è l‘uomo, e sempre l‘uomo, che mi interessa. È cambiato nel tempo il mio linguaggio, ma il tema è rimasto lo stesso. Per poter lavorare con legno, pietra e colori devo osservare l‘albero mentre cresce, nel momento della fioritura e anche quando muore; le rocce che si frantumano con il gelo, la scoperta della loro origine, sedimentaria piùttosto che vulcanica, tutto ciò è guardato e visto e confluisce, in un secondo momento, nella mia opera. Voglio rappresentare le due facce dell‘uomo, il bene e il male che convivono dentro di lui, e per farlo uso forme, superfici e colori così da raggiungere un senso d‘armonia partendo dagli opposti che si uniscono. Negli ultimi anni mi sono occupato della testa, teste che dialogano e hanno radici nella terra come fiori nel prato. Non mi accontento di rimanere in superficie, ma cerco di indagare la psichica dimensionale tra liberazione e tensione.
Inaugurazione: venerdì 15.03.2019 - ore 20:30
Introduzione: prof. Vinzenz Senoner
Orario della mostra 16.03. - 14.04.2019: 16:00-19:00
Lunedì chiuso
Scolpire la pietra non è solo un atto artigianale, ma più ancora filosofico. Nel lungo tempo in cui si lavora su un blocco di pietra trascorre una fase della vita in cui comincia la battaglia tra materiale e idea. Con il duro granito mi rendo conto della sua transitorietà, ma l‘attimo fa parte dell‘eternità.
Mi esprimo attraverso la scultura, ma è l‘uomo, e sempre l‘uomo, che mi interessa. È cambiato nel tempo il mio linguaggio, ma il tema è rimasto lo stesso. Per poter lavorare con legno, pietra e colori devo osservare l‘albero mentre cresce, nel momento della fioritura e anche quando muore; le rocce che si frantumano con il gelo, la scoperta della loro origine, sedimentaria piùttosto che vulcanica, tutto ciò è guardato e visto e confluisce, in un secondo momento, nella mia opera. Voglio rappresentare le due facce dell‘uomo, il bene e il male che convivono dentro di lui, e per farlo uso forme, superfici e colori così da raggiungere un senso d‘armonia partendo dagli opposti che si uniscono. Negli ultimi anni mi sono occupato della testa, teste che dialogano e hanno radici nella terra come fiori nel prato. Non mi accontento di rimanere in superficie, ma cerco di indagare la psichica dimensionale tra liberazione e tensione.